Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
[Tasso], [Torquato]
Titolo
Lettera a Arrigo Loffredo
Data
[s. l.], [s. d.]
Descrizione
Torquato Tasso chiede ad Arrigo Loffredo, marchese di Sant'Agata, di poter inserire nella sua 'Gerusalemme [Conquistata]' i nomi di suo padre, Carlo Loffredo, e di suo cugino, Giovan Battista Manso, poiché potrebbe, così facendo, ornare il suo poema con due nomi illustri e insieme dichiararsi debitore del destinatario e del Manso: spera di farlo con la maggiore soddisfazione possibile da parte loro. Racconta l'origine di questo debito antico e grande "quanto importa la vita stessa", che risale al tempo della sua infanzia, e cioè della guerra tra papa Paolo IV [Gian Pietro Carafa] e il "re Cattolico" [Filippo II d'Asburgo, re di Spagna (Felipe II de España)], quando il viceré e duca di Alba [Fernando Alvarez de Toledo] designò come suo luogotenente a Napoli Giovan Battista Manso, avo del destinatario e di suo cugino [il Manso, appunto] e per merito del quale si arrivò poi alla pace. A quel punto erano già tre anni che suo padre [Bernardo Tasso] per seguire il principe di Salerno [Ferrante Sanseverino] aveva lasciato lui a Roma presso Maurizio Cataneo e i suoi affari napoletani nelle mani di un altro Giovan Battista Manso, un avvocato, che in quello stesso periodo veniva nominato eletto di Napoli. Il Tasso, appena dodicenne, sentendo parlare delle gesta dell'avo del destinatario, non aveva pensato che potesse trattarsi di due persone distinte, sebbene quest'ultimo si trovasse ad Anagni e l'altro a Napoli e sebbene si occupassero di due mestieri ben diversi. Tratto in inganno dall'omonimia, dunque, decise di visitarlo: uscì da Roma e raggiunse "gli alloggiamenti cattolici", dove fu fermato dal padre del destinatario [Carlo Loffredo] che, insospettito dalle sue affermazioni, lo condusse dinanzi al Manso stesso: solo a quel punto si accorse dell'errore e del pericolo cui si era esposto. L'uomo reagì, però, in maniera estremamente paterna e comprensiva: lo rimproverò in privato per l'eccessiva audacia e ingenuità e gli spiegò che avrebbe dovuto, per legge, condannarlo a morte, ma lo avrebbe risparmiato perché convinto della sua buona fede e consapevole dei meriti di suo padre [Bernardo Tasso], condannato dalla fortuna. In pubblico, al contrario, lo onorò come suo "compare", caricandolo di doni, e lo stesso fece il padre del destinatario [Carlo Loffredo], che, per giunta, si offrì di riaccompagnarlo a Roma. A fronte di tutto questo, sebbene non abbia modo di ripagare il suo debito nei loro confronti, non può che godere del ricordo dei loro nomi e dichiararsi "ereditario debitore" del destinatario.
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=9100
Nomi
  • [Mittente] [Tasso], [Torquato]
  • [Destinatario] Loffredo, Arrigo

Data indicizzazione: 11 giugno 2024