Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Testi, Fulvio
Titolo
Lettera a Alfonso D'Este
Data
Modena, 23 luglio 1613
Descrizione
Nel dedicare la sua prima raccolta di poesie ad Alfonso III, Testi afferma che i poeti contemporanei , un volta deciso di pubblicare "i parti dello 'ngegno", offrono la loro opera a un qualche illustre signore, che ne difenda il prestigio. Il poeta fa quindi professione di umiltà: naturalmente non osa pensare che le sue composizioni siano degne del nome di Sua Altezza e si scusa se ha avuto l'ardire di "rubare il suo nome per farne ricche queste rime", composte all'età di sedici anni. Sono esse, piuttosto, ad avere bisogno della vita che il nome del sovrano può conferire. Citando il detto: "se s'hanno a violar le leggi si faccia per regnare" [versi di Euripide (EUR, Phoenic. 524-5) che Svetonio fa pronunciare a Giulio Cesare (SVET, Caes. I, 30, 5 ), secondo quanto afferma Cicerone nel De Officis (CIC, Off III, 21, 82)], Testi giustifica il suo furto con il fine di "regnare sulle memorie della posterità". Così, se Alfonso si degnerà di accettare il suo dono, le rime, come fiori non ancora schiusi, riceveranno la luce del sole che prima mancava loro e potranno aprirsi completamente. [Dedicatoria ad Alfonso III D'Este della prima raccolta lirica: 'Rime', Venezia, Gio. Batt. Ciotti, 1613 ]
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=8498
Nomi
  • [Mittente] Testi, Fulvio
  • [Destinatario] D'Este, Alfonso

Data indicizzazione: 11 giugno 2024