Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Quattromani, Sertorio
Titolo
Lettera a Francesco Antonio d'Amico
Data
Cosenza, 8 marzo 1603
Descrizione
Quattromani afferma, d'accordo col d'Amico, che la traduzione del Castelvetro [si tratta della traduzione della 'Poetica' di Aristotele di Ludovico Castelvetro: 'Poetica vulgarizzata et sposta per Lodovico Castelvetro'; la princeps è del 1570] è molto oscura; pertanto scrive di aver tradotto in modo differente il capitolo sulla definizione della tragedia [Aristotele, 'Poetica', capitolo VI] e, dal momento che Aristotele tralascia alcune cose essenziali a proposito della tragedia, dice di aver formulato una definizione differente [questo volgarizzamento del Quattromani di una parte della 'Poetica' aristotelica è andato perduto e se ne ha notizia proprio da questa lettera]. Riconosce poi al d'Amico che la sua difesa di Virgilio è valida e si rallegra che "quella cosuccia di Dante" [Quattromani scrisse effettivamente secondo varie fonti una 'Dichiarazione di alcune voci di Dante' e una 'Sposizione di Dante', che Matteo Egizio suppone fossero una cosa sola: cfr. 'Di Sertorio Quattromani gentiluomo e accademico cosentino', Napoli, 1714; ma si tratta di opere perdute] gli sia tanto piaciuta. Promette quindi di inviargli cose meno estemporanee e più lunghe. Quattromani allude poi a un fatto avvenuto tra lui e un certo "amico", ma non ne parla oltre per timore che la lettera venga letta da qualcun altro. Infine informa il suo interlocutore che la Signora Clarice [probabilmente Clarice Carafa] soffre per la lontananza sua e della Signora Fulvia [moglie di Francesco Antonio d'Amico]. [La località d'arrivo della lettera è da identificarsi con Casole d'Elsa, oggi in provincia di Siena].
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=3655
Nomi
  • [Mittente] Quattromani, Sertorio
  • [Destinatario] d'Amico, Francesco Antonio

Data indicizzazione: 11 giugno 2024