Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Pallavicino, Sforza
Titolo
Lettera a Virgilio Malvezzi
Data
Orvieto, 29 marzo 1634
Descrizione
Pallavicino, che ha letto l’opera malvezziana [‘Davide perseguitato’, 1634], ne scrive all’autore suo zio rifacendosi ad affermazioni aristoteliche [‘Etica nicomachea’] circa la minore importanza che ha, nell’uomo ‘prudens’, la scelta del fine rispetto alla scelta dei mezzi più consoni a conseguirlo. E, a suo parere, il Malvezzi è riuscito, nella sua opera, a mettere d’accordo “la politica e la pietà” proprio perché ha messo al centro di essa il personaggio biblico di David, la cui vita è esemplare sia per gli accadimenti politici che la condizionarono sia per le passioni umane che ne scaturirono: al punto che tanta varietà di eventi neanche nei miti della tragedia è possibile ritrovare. Ma l’opera malvezziana è encomiabile non solo per la scelta del soggetto, bensì anche per la scrittura. Nell’‘Elena’ isocratea, nel ‘Panegirico a Traiano’ di Plinio [il Giovane] e ancora nel proemio di Sallustio [alla ‘Congiura di Catilina’] si guarda infatti alla necessità che a un soggetto nobile corrisponda anche uno stile ad esso adeguato: ed è ciò che accade nel [‘Davide’], un’opera per eruditi, non per il volgo dei letterati (il quale è bene che da essa s’astenga). Non solo: [il ‘Davide’] mette d’accordo anche peripatetici e accademici i quali disputano se la bellezza sia prerogativa di una natura semplice oppure delle parti di una natura composta: infatti l’opera malvezziana è bella e in sé e nelle sue parti. Queste ultime, peraltro, ricordano al Pallavicino una “catena d’oro”, di quell’oro, peraltro, che Platone [‘Repubblica’, III, 414b-415d] dice essere infuso nelle anime eccelse.
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=2404
Nomi
  • [Mittente] Pallavicino, Sforza
  • [Destinatario] Malvezzi, Virgilio

Data indicizzazione: 11 giugno 2024