Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Beccadelli, Ludovico
Titolo
Lettera a Carlo Gualteruzzi
Data
Ragusa, 2 aprile 1556
Descrizione
Beccadelli notifica a Gualteruzzi che l’Ambasciatore Giovanni Gondola [Giovanni Gondola proveniente da una nobile famiglia di Ragusa e legato a Beccadelli da una lunga amicizia] dovrebbe ormai essere giunto a Roma. Dopo aver ragguagliato l’amico sul suo altalenante stato di salute aggiunge alcune riflessioni sulla questione dell’Inquisizione presso Ragusa, in particolare vuole rendere più chiaro ciò che ha già scritto nel memoriale inviato tramite l’ambasciatore. Beccadelli dice che al momento del suo arrivo si occupava de “l’offitio dell’Inquisitione” il vescovo di Stagno, un frate domenicano [Pietro di Gozzo] che egli reputa di indole paesana, di “natura rozzetta” e senza alcuna autorità. Aggiorna poi l’amico Gualteruzzi circa un avvenimento di qualche giorno addietro: un fedele si era presentato da lui per denunciare il ritrovamento in casa sua di una Bibbia tradotta dal “Brucciolo” [Antonio Brucioli 1498-1566, aveva pubblicato ‘La Bibbia, quale contiene i sacri libri del vecchio testamento, tradotta nuovamente dall’Ebraica verità in lingua toscana per Antonio Brucioli coi divini libri del Nuovo Testamento di Cristo Gesù Signore e salvatore nostro tradotti dal greco dal medesimo’ a Venezia nel 1532, un volgarizzamento della Bibbia che ebbe larga diffusione e che nel 1559 venne messo all’Indice. Venne processato nel 1548 e nel 1555], giurando di non averla letta e di non sapere che fosse proibita. Il fedele richiedeva di essere assolto da Beccadelli, in quanto suo vescovo, ma egli lo dovette mandare dal commissario [Pietro di Gozzo] facendo anche fatica a fargli capire che non poteva ricorrere direttamente a lui in quanto vescovo. Beccadelli continua dicendo che si è reso conto di quanto la gente di Ragusa non sia “disciplinabile come li nostri d’Italia”: dato che non hanno avuto un vescovo per molto tempo, ora pare loro di avere il Papa in persona e lo trattano come se egli fosse dotato di un potere illimitato. Chiede a Gualteruzzi di parlare per lui ai signori dell’Inquisizione e di supplicarli di lasciare a lui stesso la commissione inquisitoria della sua regione, sia per rispetto del commissario sia per rispetto nei suoi stessi confronti in quanto si troverebbe ad essere “inferiore” a un “suo suddito”. Beccadelli specifica che non richiede la revoca di questo commissario, quanto una parità di grado tra loro due; informa inoltre il suo destinatario che l’ambasciatore saprà ragguagliarlo meglio su costui. Ludovico specifica che non era a conoscenza di questa situazione prima di arrivare a Ragusa ma che aveva già contattato “Iacomo” Puteo [Giacomo Puteo] il quale aveva convenuto che questa commissione avrebbe dovuto essere assegnata a Beccadelli stesso. Egli aggiunge che il “reverendissimo Carpi” [Rodolfo Pio di Carpi] gli aveva assicurato il suo appoggio durante la sua missione a Ragusa e annota di aver già scritto a Padre fra Michele Commissario [Antonio Ghislieri]. Beccadelli chiede inoltre a Gualteruzzi di contattare, se gli pare corretto, anche “Monsignor R. di Trani” [Giovanni Bernardino Scotti] e aggiunge che nella zona non c’è alcuna tendenza al luteranesimo e che tutte le genti del posto sono “buone catolice”.
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=17322
Nomi
  • [Mittente] Beccadelli, Ludovico
  • [Destinatario] Gualteruzzi, Carlo

Data indicizzazione: 11 giugno 2024