Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
[Savorgnan], [Maria]
Titolo
Lettera a Pietro [Bembo]
Data
[Ferrara], 25 marzo 1501
Descrizione
Moise [Mosheh da Castellazzo, "medaglista probabilmente ebreo, residente a Mestre, attivo a Venezia e a Ferrara, e qui addirittura impegnato a fare una medaglia del duca Ercole" (Carteggio, p. 151); compare anche in una lettera di Maria Savorgnan del 15 e in due del 26 febbraio 1501: Se mai fui vostra, pp. 98-99 num. 65, incipit "Sapiate come io vivo: pur come già visi"; p. 99 num. 66, incipit "Dite a Moise che mi faci far uno spechio da foco"; pp. 99-100, incipit "Vi so' tanto obligata che altro a oferirvi non mi resta"] e Maria Savorgnan scrivono una lettera a quattro mani a Pietro Bembo [cliente di Moisè, amante di Maria, e amico della famiglia del defunto marito di lei, Giacomo Savorgnan]. Moisè si scusa per la sua scarsa compentenza scrittoria. Maria Savorgnan, dopo aver confermato che il suo co-mittente scrive molto male, avvisa il destinatario che Giovanni Soranzo [membro non meglio identificato della casa patrizia Soranzo, abituale frequentatore di casa Savorgnan, come si evince dalla lettera di Maria del 5 settembre 1500, Se mai fui vostra, p. 92, num. 47, incipit "Mi doglio asai che eri mi fosti apreso e non vi parlai". Dionisotti, in Carteggio, p. 147, lo identifica ipoteticamente con il Soranzo "di cui Sanudo [...] in data 22 novembre 1496 ricorda le fastose nozze con la figlia di Giorgio Corner e nipote della regina di Cipro] ha affermato, in alcune lettere, di non essere né di Ca' Bembo né messer Pietro. Il senso dell'accenno del Soranzo sfugge alla co-mittente, che sollecita Bembo a raggiungerla con Tristano [Savorgnan, fratello di Giacomo, defunto marito di Maria], oppure con B. [Bernardino Sbrojavacca da Udine, guardiano di Maria per conto di Tristano]. Moisè riprende a scrivere chiedendo a Bembo di raccomandarlo presso il cancelliere di Mestre perché protegga sua moglie in una lite sorta con un vicino ivi trasferitosi da Koron [città greca del Peloponneso]. Gli chiede inoltre di render nota a un messer Miliadus [personaggio non identificato], suo cliente, la sua partenza improvvisa da Venezia, motivata dalla necessità di servire alcuni clienti ferraresi tra cui il duca [di Ferrara Ercole I d'Este]. Conferma che il cane Bembino è morto, dicendo di averlo trasportato con molta fatica da una barca fino a casa, e riportandogli il cordoglio che ne ha sentito Maria, per amore di colui che glielo aveva donato, lo stesso Pietro. La lettera è firmata da Moisè e scritta prevalentemente da lui; Maria Savorgnan scrive soltanto alcune righe, che interrompono quelle del medaglista. Il luogo di partenza non è segnato dai mittenti, ma dal destinatario, che sul retro della carta annota: "Ex ferr.". Il luogo di arrivo è presumibilimente Venezia, residenza abituale di Bembo nel 1501, e come si evince anche dalle richieste di Moisé che Bembo intervenga in vicende che rinviano a Venezia e Mestre. La lettera reca due date: Moisè, nella sottoscrizione, segna quella del "XXV marzo", che sarà da intendersi come quella in cui la lettera è stata scritta e probabilmente spedita; Bembo annota sul verso della carta quella del "2 April. MDI", che sarà quella di ricezione, ed è ricostruita da Bembo, probabilmente a distanza di tempo, nel momento in cui riordina il proprio carteggio (Carteggio, p. XXXIV). Poiché le date e i luoghi segnati dallo stesso Bembo sulle lettere da lui stesso posizionate immediatamente prima di questa (Se mai fui vostra, p. 100, n. 68, incipit "Mandate el leuto picciolo, el più picciolo, e tutti e retratti"; ibidem, num. 69, incipit "A voi me aricomando asai"; ivi, pp. 100-101, num. 70, incipit " Madona charissima, sapiate che tuti siamo sani, e certo desidero di vedervi tute") collocano Bembo a Venezia il 18 marzo, a Ferrara il 29 marzo, di nuovo a Venezia il 1° aprile 1501, è probabile che la lettera a quattro mani di Moisé e Maria sia stata inviata da Ferrara tra il 25 e il 29 marzo, abbia viaggiato verso Venezia proprio nei giorni in cui Bembo si recava in visita a Ferrara, per trovarlo al suo ritorno a Venezia il 2 aprile. La lettera è contrassegnata da Bembo con il numero "LXXXIII", segnato sul verso della carta. Per una descrizione della corrispondenza e delucidazioni in merito ai personaggi coinvolti, si vedano Carteggio pp. VII-XXXIV e Se mai fui vostra, pp. 6-51.
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=17307
Nomi
  • [Mittente] [Savorgnan], [Maria]
  • [Destinatario] [Bembo], Pietro

Data indicizzazione: 11 giugno 2024