Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Franco, Nicolò
Titolo
Lettera a Benedetto Varchi
Data
Napoli, [1554]
Descrizione
Nicolò Franco scrive a Benedetto Varchi. Racconta vicende risalenti al 1550, quando Franco si era recato a Firenze al seguito del conte di Popoli [Giovanni Giuseppe Cantelmo]. Dalle prime battute della lettera sembra si possa evincere che Franco e Varchi si siano conosciuti a Padova. Franco fa poi riferimento a favori fattigli da Varchi in casa di Ridolfo Baglione, che gli hanno confermato l'affetto che li lega. Franco racconta che a Firenze nel 1550 lui doveva stare in incognito. Travestitosi, una sera è andato anche a una lezione dell'Accademia Fiorentina. Comincia poi a parlare del "cortese assalto", a suo avviso tramato da Lodovico Domenichi. Questi lo avrebbe visto passeggiare davanti al palazzo e, dopo averlo squadrato, ha fatto finta di non conoscerlo. Per provare a togliere da sé i sospetti Domenichi gli ha subito inviato una lettera in cui si rammaricava di non avere saputo per tempo della sua presenza a Firenze. Franco si chiede come mai Domenichi abbia "giocato alla doppia" con lui. In ogni caso, Domenichi si è tradito. Lo definisce non "traduttore d'operette volgarizzate" ma "traditore della fè Christiana". Fa riferimento a un episodio in cui Domenichi avrebbe attraversato le vie di Firenze su un asino portando al collo un libro. Domenichi si difende dicendo che non è stato per miscredenza, ma non regge. Franco lo accusa di essere senza vergogna. Ha fatto un disastro traducendo Boezio e la sua "consolatione philosophica". Ironicamente dice che potrebbe dargli da tradurre l'"Asino" di Apuleio. Conclude lapidariamento dicendo che "se nel tribunale de' giusti giudici è lecito accusare i ribaldi, perché in quello de' famosi catholici non biasmaremo gli infami heretici?".
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=17033
Nomi
  • [Mittente] Franco, Nicolò
  • [Destinatario] Varchi, Benedetto

Data indicizzazione: 11 giugno 2024