Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Caro, Annibale
Titolo
Lettera a Marc'Antonio Piccolomini
Data
Serra San Quirico, [1541]
Descrizione
Annibal Caro percorre la tradizione dell'elogio paradossale e si cimenta in una polemica contro la "la miseria de lo scrivere" che arriverà ad abbracciare un rifiuto più generale della conoscenza e dell'erudizione, indirizzandola a "signor Marc'Antonio Piccolomini" [uno dei membri dell'Accademia degli Intronati di Siena, noto col nome di 'Sodo']. Rispettando le regole del genere, Annibal Caro ne ripropone i temi più usuali come il catalogo iperbolico dei danni causati dalla scrittura, intesa come tra i principali strumenti di sopraffazione, e dalla scienza o il mito dell'età dell'oro, chiamando a supporto della sua tesi autorità come Pitagora, Platone o Socrate. Annibal Caro tuttavia ne esclude ogni portata eversiva, prediligendo il gusto della provocazione, evidente sin già dalle prime righe, dove giustifica questa sua invettiva in mancanza della possibilità di vendicarsi, come il suo destinatario poteva fare invece con il sodale Diserto [Antonio Barozzi]. Il carattere ludico della missiva risulterà poi più chiaro con la definizione dell'innovativa poetica della "borra", per cui, come sostenne "Il Manzano" [Antonio Manzano], alcune lettere "si può far senza scriverle". Ponendo così fine al suo rispondere "borrevolmente", per vendicarsi "con questo assassinio de lo scrivere", Annibal Caro non manca di raccomandarsi al "Governatore" [Francesco di Sallustio Bandini Piccolomini] e al Diserto [Antonio Barozzi].
[Priva di data, si ipotizza possa essere stata composta tra il febbraio e il marzo del 1541, a stretto giro di posta con la lettera indirizzata a Marc'Antonio Piccolomini e Antonio Barozzi del 13 dicembre 1540 ["Come le Signorie Vostre hanno inteso, dopo molte e agiatissime giornate, ci siamo a la fine condotti a la prefata Serra"], quando Annibal Caro si trovava ancora a Serra San Quirico [per la proposta di datazione si veda 'Lettere familiari di Annibal Caro (1531- 1544)', pubblicate di su gli originali Palatini e di su l'apografo Parigino, a cura di M. Menghini, Firenze, Sansoni, 1920]. La lettera inoltre compare per la prima volta in 'Lettere volgari di diversi nobilissimi huomini', Venezia, 1542, vol. I, cc. 62r-66r, stampa, a cura di Paolo Manuzio, che presenta però numerose varianti rispetto al codice apografo Paris, Fonds Italien, Ital. 1707, cc. 108r-113r, che tràdita il libro di lettere fatto allestire da Annibal Caro, da cui poi è edita la stampa a cura di Paolo Manuzio 'De le Lettere Familiari del Commendatore Annibal Caro', Venezia, 1572-1575, vol. I, pp. 119-128. Si segnala inoltre che nel codice parigino 1707 alcune porzioni di testo sono trascritte a margine, distribuite su sei righe. Queste probabilmente rappresentano una giunta posteriore, contestuale alla costruzione del libro di lettere cariano, in quanto, se assenti nella prima stampa manuziana del 1542, compaiono invece nell'edizione degli anni Settanta].
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=15921
Nomi
  • [Mittente] Caro, Annibale
  • [Destinatario] Piccolomini, Marc'Antonio

Data indicizzazione: 11 giugno 2024