Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Caro, Annibale
Titolo
Lettera a poi Legato della Marca vescovo di Fossombrone e Presidente di Romagna Giovanni Guidiccioni
Data
Roma, 25 giugno 1540
Descrizione
Annibal Caro è di rientro a Roma, dopo una sosta nelle Marche per evitare la caldo stagione e non gravare sul Turco, il cavallo, ora affidato alle cure del "signor Ruffino". Qui scrive a Giovanni Guidiccioni, dicendosi sollevato nell'apprendere, da alcune lettere inviate a Giovanni Battista Bernardi, della falsità della notizia, trapelata per mezzo di "messer Mattio Francesi" [Mattio Franzesi], all'epoca segretario di Niccolò Ardinghelli, secondo la quale Giovanni Guidiccioni si sarebbe trovato coinvolto in uno scontro a Rimini con il "capitano Bellantonio". Annibal Caro informa poi Giovanni Guidiccioni di aver appreso da Niccolò Ardinghelli la ritrovata riconciliazione con Rodolfo Pio da Carpi [vescovo di Faenza e legato della Marca]. Non tanto diverso è ciò che viene raccontato dal "Boccarino" [Bernardino Boccarini], il quale non ha mancato di ricordare il favore guadagnato dal vescovo Guidiccioni [Giovanni Guidiccioni] anche presso la madre di Rodolfo Pio da Carpi [vescovo di Faenza e legato della Marca], Ippolita Comneno. Intanto però a Roma circolano voci polemiche contro il "signor Auditore", Bernardino de' Medici, e lo stesso Giovanni Guidiccioni, accusato di dar credito a "uno di Cesena", ovvero, secondo Annibal Caro, "il nostro Potestà" [Alessandro Pasolini]. Dopo aver informato Giovanni Guidiccioni della conferma dei "capitoli de' pacifici" da parte di Giovan Battista Bernardi per agevolare la gestione della Provincia di Romagna, Annibal Caro accenna al caso del capitano Bellantonio, per la cui inadempienza viene ostacolato dal papa Paolo III [Alessandro Farnese], ma non privato del sostegno di Pier Luigi Farnese. A seguito di questa breve parentesi, si passa a trattare di alcuni tentativi falliti del Bernardi [Giovan Battista Bernardi] nel chiedere udienza ad Alessandro Farnese [nipote di papa Paolo III Farnese, è noto anche col titolo di Gran Cardinale]; nonostante ciò Annibal Caro si mostra sicuro dell'aiuto che arriverà dall'Ardinghelli [Niccolò Ardinghelli], non appena gli verrà concessa la nomina di segretario papale. La lettera continua con un resoconto di Annibal Caro sui dissapori avuti con Giovanni Gaddi al suo rientro, tali da far pensare ad una rottura definitiva col suo protettettore. In chiusa Annibal Caro fa menzione all'arresto del frate Pallavicino [Giambattista Pallavicino] e di suo fratello Cosimo [Cosimo Pallavicino] e alla visita fatta allo zio di Giovanni Guidiccioni, il cardinale Bartolomeo Guidiccioni.
[La missiva si trova nel codice apografo Paris, Fonds Italien, Ital. 1707, cc. 97v-99v, che tràdita il libro di lettere fatto allestire da Annibal Caro; è edita per la prima volta in 'Lettere CXXVI del Commendatore Annibal Caro', raccolte da Giulio Bernardino, Tomitano Opitergino ed ora per la prima volta pubblicate, Venezia, 1791, vol. II, pp. 17-20].
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=15906
Nomi
  • [Mittente] Caro, Annibale
  • [Destinatario] Guidiccioni, Giovanni, vescovo di Fossombrone e Presidente di Romagna, poi Legato della Marca

Data indicizzazione: 11 giugno 2024