Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Manfredi, Muzio
Titolo
Lettera a Angelo Ingegneri
Data
Nansì [Nancy, Francia], 20 dicembre 1591
Descrizione
Muzio Manfredi scrive ad Angelo Ingegneri [membro della stessa accademia del Manfredi: l'Accademia degli Innominati di Parma; conosciuto come "l'Innestato" o "il Negletto" (Lucia Denarosi, 'L'accademia degli Innominati di Parma: teorie letterarie e progetti di scrittura (1574-1608)', Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2003, p. 405)] dichiarando che tre anni prima [nel 1588] a Vicenza venne a conoscenza di "quattro [...] scritture" realizzate da lui nel 1583 contro tre tragedie; una di esse è contro la sua 'Semiramis' (Muzio Manfredi, 'La Semiramis tragedia [...]', Bergamo, Ventura, 1593) ed è tale da rendere difficile capire se l'Ingegneri rivolga contro di lui "disdegno o riso" [le critiche in questione sono da collocarsi nella vicenda dell'inaugurazione del 1585 del Teatro Olimpico di Vicenza; per tale occasione alcuni scrutinatori, tra cui l'Ingegneri, furono incaricati di scegliere l'opera da rappresentare, tra le tragedie candidate e da lui criticate: l''Alessio' del Giusti inedita, la 'Semiramis Tragedia' del Manfredi, e l''Eraclea' di Livio Pagello (Livio Pagello, 'Heraclea: tragedia del conte Livio Pagello', a cura di Egle Grappiolo, Milano, Nuovi autori, 1988); il giudizio dell'Ingegneri sull''Alessio' è visibile nel manoscritto conservato alla Biblioteca Vaticana ms. Vat. Lat. 8745, 2r-11r (Stefano Mazzoni, 'L'Olimpico di Vicenza: un teatro e la sua perpetua memoria', Firenze, Le Lettere, 1998, p. 170, nota 67); nello stesso manoscritto da c. 12r a 28r si rintraccia il giudizio sull' 'Eraclea' del Pagello]. Quindi Muzio, dicendosi consapevole della sua indole "collerica" soprattutto a causa del fatto che il commento fosse stato realizzato in un periodo nel quale il suo destinatario si comportava con lui da amico, afferma che una volta letto lo mise da parte senza aver intenzione di rispondergli pur "pregatone da carissimo amico" [forse Giulio Poiani, a cui il Manfredi scrive nella lettera con incipit: "Se Vostra Signoria intenderà, quando che sia, che io rispondo", dalla quale si apprende che fu proprio questi a mostrargli le critiche dell'Ingegneri]. In seguito, dopo averlo riletto [a Nancy in Francia, dove soggiornò dal dicembre 1590 dopo il trasferimento della sua signora, la duchessa Dorotea di Lorena] pensò di rispondergli con "una tirata di penna, così in modo di proposizioni" [cioè con un commento breve e veloce], ma in tal modo l'opera sarebbe stata inutile sia a causa della brevità, sia a causa di un concetto "poco utile"; per tale motivo, desiderando che la sua risposta potesse aiutare anche altri, racconta di aver cominciato da quattro mesi [da settembre] a realizzare ciò che fra non molto il suo destinatario potrà vedere [un trattato di arte poetica, rimasto inedito perché "respinto nel 1603 a Venezia sulle soglie della pubblicazione" (Denarosi, op. cit., p. 260)]. Con questa lettera lo avverte, così da non imitarlo nello scrivere di nascosto contro gli amici, e affinché questi nel frattempo possa studiare per imparare qualcosa nel caso in cui volesse replicare. [Si noti che il Manfredi ribadisce tutto quanto già scritto in questa anche in un'altra lettera indirizzata all'Ingegneri, datata 29 luglio 1593, e contenuta in 'Cento lettere scritte da Mutio Manfredi, il Fermo academico innominato [...] Novamente date in luce. Tutte in un soggetto [...]', Pavia, Viano, 1594, p. 4]. [Per completezza, si rimanda anche alle altre lettere che trattano della questione. A Livio Pagello: "Poiché Vostra Signoria che sà molto, non ha mai voluto"; a Vincenzo Giusti: "L'opere di Vostra Signoria e la medesima fortuna che ella"; a Erasmo di Valvasone: "Delle lettere, che homai due anni sono, scrissi a Vostra Signoria"; a Girolamo Buso: "Essendo io ancora io Tortona, ma verso la mia partenza"; a Pietro Paolo Volpe: "Hoggi, finalmente, per compiacervi, ho messo mano a rispondere alle oppositioni"; a Malatesta Porta: "A tempo ho letto hora il Dialogo di Vostra Signoria"; a Belisario Bulgarini: "Un'altra volta ho scritto di qua lungamente a Vostra Signoria"; a Marcantonio Martinengo: "Come che Vostra Signoria Illustrissima stimi assai, e forse troppo"].
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=15870
Nomi
  • [Mittente] Manfredi, Muzio
  • [Destinatario] Ingegneri, Angelo

Data indicizzazione: 11 giugno 2024