Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Manfredi, Muzio
Titolo
Lettera a principe di Molfetta don Ferrando (Ferrante) [II] Gonzaga
Data
Nansì [Nancy, Francia], 1 dicembre 1591
Descrizione
Muzio Manfredi scrive al principe di Molfetta [e duca di Guastalla] Ferrando (Ferrante) [II] Gonzaga [da non confondere con il Ferrante Gonzaga signore di San Martino dall'Argine, altro destinatario del Manfredi nella lettera: "Tante volte Vostra Signoria Illustrissima mi ha voluto menare a veder"; Muzio si trovò presso la sua corte dal 1584 al 1587, quando ne fu improvvisamente allontanato] affermando di non essersi ricordato di avere le "bellissime rime di diversi" [non identificabile] in lode della sua boscareccia 'Enone' [opera non terminata del Gonzaga; su di essa il Manfredi elargì consigli poetici, quando si trovò presso la sua corte]: altrimenti, non le avrebbe portate "di qua da' monti" [il Manfredi si trova a Nancy in Francia, dove soggiornò dal dicembre 1590 dopo il trasferimento della sua signora, la duchessa Dorotea di Lorena], o comunque non le avrebbe tenute così tanto tempo; quindi, spiegandogli di averle trovate in un "fascio di varie scritture", gliele manda affinché non si dispiaccia credendo di averle perse. Inoltre, informandolo del fatto che sta scrivendo sull''arte della scenica poesia' [il riferimento è al trattato di arte poetica inedito perché "respinto nel 1603 a Venezia sulle soglie della pubblicazione" (Lucia Denarosi, 'L'accademia degli Innominati di Parma: teorie letterarie e progetti di scrittura (1574-1608)', Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2003, p. 260), composto dal Manfredi in risposta alle critiche di Angelo Ingegneri contro la sua 'Semiramis tragedia' (Muzio Manfredi, 'La Semiramis tragedia [...]', Bergamo, Ventura, 1593)], afferma che abbellirebbe quest'opera "con le perfezioni" dell''Enone', se solo la avesse, dato che crede sia già stata portata a termine; infatti, seppur abbia inserito nella sua opera ciò che si ricorda, gli servirebbe per i molti esempi "per le parti della boscareccia", in quanto solo tre [opere di tal genere] ha per il momento la lingua [italiana]: l''Enone', l' 'Erminia' [inedita] di Eugenio Visdomini [fu fondatore e segretario "perpetuo" della stessa accademia del Manfredi: l'Accademia degli Innominati di Parma; conosciuto come "il Roco" (Denarosi, op. cit., pp. 15, 36, 407)], e la sua 'Semiramis [boscareccia'] (Muzio Manfredi, 'La Semiramis boscareccia di Mutio Manfredi [...]', Bergamo, Ventura, 1593); quindi, dispone solo della sua, poiché di quella [del Gonzaga] si ricorda poco, e nulla su quella [del Visdomini]. Infine, dichiara che il suo destinatario saprà per quale motivo sta scrivendo. [Si consideri che le lettere del Manfredi sono datate in modo fittizio, tali da poter essere disposte in modo consecutivo nel corso dell'anno 1591, e che i possibili riferimenti temporali ivi presenti potrebbero essere stati manipolati con accurata attenzione nel far coincidere i tempi. In questa lettera, nello specifico, non ci sono elementi su cui poter ragionare circa una possibile datazione diversa da quella scritta dall'autore].
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=15851
Nomi
  • [Mittente] Manfredi, Muzio
  • [Destinatario] Gonzaga, Ferrando (Ferrante) [II], don, principe di Molfetta

Data indicizzazione: 11 giugno 2024