Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Manfredi, Muzio
Titolo
Lettera a maestro di ballare messere [Massarano] ebreo Isacchino
Data
Nansì [Nancy, Francia], 19 novembre 1591
Descrizione
Muzio Manfredi scrive a Isacchino [Massarano; maestro di ballo e liutista, fu al servizio del Gonzaga alla corte di Mantova; membro della comunità ebraica] avvisandolo che nella boscareccia [Muzio Manfredi, 'La Semiramis boscareccia di Mutio Manfredi [...]', Bergamo, Ventura, 1593] che ha inviato al duca [di Mantova, Vincenzo I Gonzaga] le quattro canzoni del coro devono essere "cantate senza fallo" ma comunque ballate. Quindi, ipotizzando che, [nel caso in cui il duca Vincenzo voglia mettere in scena tale opera] il compito di comporre i balli sarà affidato a Isacchino, gli spiega che il primo ballo dev'essere realizzato con poco movimento e nessun gesto, anche il secondo con poco movimento ma con "qualche piccolo gesto di desiderio", il terzo uguale al secondo ma "variato di partite", il quarto dev'essere invece con molto più movimento rispetto agli altri e con "gesti di dolore e disdegno". E ancora che alla fine dev'esserci una "moresca alquanto gagliarda, battuta con aste e dardi": specifica che essa debba essere "alquanto" e non "molto" gagliarda, per il rispetto che si deve nei confronti delle ninfe: l'ultimo ballo di Imeneo deve essere "allegro" nel movimento e nei gesti, e "non molto lento". Infine, afferma di non voler dire nulla di più, sapendo che il [Masserano] è un esperto. [Per completezza, si noti che questa lettera è da considerare associata ad altre due, quelle con incipit: "È forse un mese, e mezo, che io mandai un mio Poema" e "Per quel, ch'io possa raccogliere da tre lettere del Signor Cizzuoli", indirizzate rispettivamente al corago Giuda Leone de' Sommi Portaleone e al compositore Giaches de Wert. Tutti e tre i destinatari delle lettere sono infatti artisti attivi presso la corte mantovana dei Gonzaga, ai quali il Manfredi scrive i propri suggerimenti e le proprie volontà su come la sua 'Semiramis Boscareccia' avrebbe dovuto essere rappresentata: la speranza è proprio quella che il duca Vincenzo I Gonzaga metta in scena l'opera; tuttavia, da una lettera al Gonzaga, datata 6 luglio 1593, e contenuta in 'Cento lettere scritte da Mutio Manfredi, il Fermo academico innominato [...] Novamente date in luce. Tutte in un soggetto [...]', Pavia, Viano, 1594, p. 101, si apprende che il Manfredi non ricevette mai risposta dal suo destinatario, nonostante le numerose lettere inviate alla corte di Mantova, e di conseguenza la 'Semiramis Boscareccia' non fu mai messa in scena. Tutto ciò comportò un susseguirsi di azioni e reazioni: il Manfredi risentito del comportamento di Vincenzo Gonzaga diede alle stampe la sua 'Semiramis Boscareccia' nel 1593 con dedica al duca di Parma Ranuccio I Farnese; nella lettera dedicatoria a lui destinata il Manfredi spiegò tutta la vicenda dell'opera, ipotizzando che il silenzio creato dal Duca di Mantova fosse per mera discrezione, onde evitare di dare un giudizio negativo sull'opera, che fosse o personale o influenzato dai letterati della sua corte; Vincenzo Gonzaga a sua volta si risentì di tutto ciò, e il Manfredi tornò a dimostrargli la sua devozione].
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=15839
Nomi
  • [Mittente] Manfredi, Muzio
  • [Destinatario] Isacchino, ebreo, [Massarano], messere, maestro di ballare

Data indicizzazione: 11 giugno 2024