Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Manfredi, Muzio
Titolo
Lettera a conte di Monte Chiarugolo Pomponio Torelli
Data
Nansì [Nancy, Francia], 31 ottobre 1591
Descrizione
Muzio Manfredi scrive al conte di Monte Chiarugolo [in provincia di Parma] Pomponio Torelli (Torello) [membro dell'accademia frequentata anche dal Manfredi: l'Accademia degli Innominati di Parma; conosciuto come "il Perduto" (Lucia Denarosi, 'L'accademia degli Innominati di Parma: teorie letterarie e progetti di scrittura (1574-1608)', Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2003, p. 407)] dichiarando che dopo essere stato "tirato [...] per li capelli" da Angelo Ingegneri [anch'egli membro dell'Accademia degli Innominati di Parma; conosciuto come "l'Innestato" o "il Negletto" (Denarosi, op. cit., p. 405): il riferimento è alle critiche dell'Ingegneri contro la 'Semiramis Tragedia' del Manfredi (Muzio Manfredi, 'La Semiramis tragedia [...]', Bergamo, Ventura, 1593): la questione è da collocare nella vicenda dell'inaugurazione del 1585 del Teatro Olimpico di Vicenza; per tale occasione alcuni scrutinatori, tra cui l'Ingegneri, furono incaricati di scegliere l'opera da rappresentare; tra le tragedie candidate e da lui criticate: l''Alessio' del Giusti inedita, la 'Semiramis tragedia' del Manfredi, e l''Eraclea' di Livio Pagello (Livio Pagello, 'Heraclea: tragedia del conte Livio Pagello', a cura di Egle Grappiolo, Milano, Nuovi autori, 1988). Per maggiori informazioni sulla vicenda dell'Ingegneri, si rimanda alle altre lettere trattano della questione. All'Ingegneri con incipit: "Già quasi tre anni, trovandomi in Vicenza, mi capitarono alle mani"; a Livio Pagello: "Poiché Vostra Signoria che sà molto, non ha mai voluto"; a Vincenzo Giusti: "L'opere di Vostra Signoria e la medesima fortuna che ella"; a Erasmo di Valvasone: "Delle lettere, che homai due anni sono, scrissi a Vostra Signoria"; a Girolamo Buso: "Essendo io ancora io Tortona, ma verso la mia partenza"; a Pietro Paolo Volpe: "Hoggi, finalmente, per compiacervi, ho messo mano a rispondere alle oppositioni"; a Malatesta Porta: "A tempo ho letto hora il Dialogo di Vostra Signoria"; a Giulio Poiani: "Se Vostra Signoria intenderà, quando che sia, che io rispondo", dalla quale si scopre che fu proprio questi a far conoscere al Manfredi le critiche dell'Ingegneri. A Belisario Bulgarini: "Un'altra volta ho scritto di qua lungamente a Vostra Signoria"], ha cominciato a scrivere sull' "arte della poesia", in particolar modo di quella drammatica, e nello specifico tragica [il riferimento è al trattato di arte poetica inedito perché "respinto nel 1603 a Venezia sulle soglie della pubblicazione" (Denarosi, op. cit., p. 260), composto dal Manfredi in risposta alle critiche dell'Ingegneri]. Quindi, gli racconta di aver inizialmente pensato di non scrivere più di "due quinterni di carta", ma avendo trovato "un metodo" crede di scriverne o di imbrattarne molti di più; inoltre, essendo senza libri, senza amici con cui parlare e da cui essere aiutato [Muzio si trova infatti a Nancy in Francia, dove soggiornò dal dicembre 1590 dopo il trasferimento della sua signora la duchessa Dorotea di Lorena; tale affermazione è da leggere alla luce del fatto che per lui Nancy fu sistemazione sempre poco apprezzata], afferma che in quel momento avrebbe bisogno delle lezioni accademiche [sulla 'Poetica' di Aristotele] del Torelli. [Si consideri che le lettere del Manfredi sono datate in modo fittizio, tali da poter essere disposte in modo consecutivo nel corso dell'anno 1591, e che i possibili riferimenti temporali ivi presenti potrebbero essere stati manipolati con accurata attenzione per far coincidere i tempi. In questa lettera, nello specifico, non ci sono elementi su cui poter ragionare circa una possibile datazione diversa da quella scritta dall'autore].
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=15820
Nomi
  • [Mittente] Manfredi, Muzio
  • [Destinatario] Torelli, Pomponio, conte di Monte Chiarugolo

Data indicizzazione: 11 giugno 2024