Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Manfredi, Muzio
Titolo
Lettera a cavaliere Lelio Locatelli
Data
Nansì [Nancy, Francia], 12 luglio 1591
Descrizione
Muzio Manfredi scrive al cavaliere Lelio Locatelli [nobile cesenate] affermando di essere già da tempo al corrente del fatto che questi si sia sposato con una donna "di casa Galli d'Urbino" [non identificabile] e sorella di Girolamo: quest'ultimo, creduto morto dal Manfredi, viene definito come uno dei suoi più cari amici. Tuttavia, non era al corrente che il Locatelli avesse avuto dei figli: notizia datagli da don Girolamo Pallantieri [membro della stessa accademia del Manfredi: l'Accademia degli Innominati di Parma, conosciuto come "il Solingo" (Lucia Denarosi, 'L'accademia degli Innominati di Parma: teorie letterarie e progetti di scrittura (1574-1608)', Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2003, p. 406) e corrispondente del Manfredi, nella lettera con incipit: "Tutte le vostre lettere smisurata consolatione mi recano; impercioché smisuratamente"], quando venne a trovarlo a Tortona [in Piemonte, dove Muzio soggiornò presso la sua signora, la duchessa Dorotea di Lorena, dal 1589 fino alla partenza per Nancy in Francia del dicembre 1590] per salutarlo prima della sua partenza [si noti che anche nella lettera con incipit: "Doppo l'havere io molto disiderato di vedere la vostra traduttion di Lucano" si legge che il Pallantieri andò a Tortona per far visita al Manfredi, proprio nel momento in cui quest'ultimo si stava preparando alla partenza per Nancy]. Così, ha appreso che il suo destinatario ha più figlie [non identificabili] e un solo figlio [non identificabile]: quest'ultimo sia allevato in modo tale da non essere chiamato dai malvagi "un montone dalla lana d'oro" [espressione poco chiara], e impari a leggere, a scrivere bene e a capire nella loro lingua [l'italiano]: allora non gli mancherà molto di quel che è richiesto per essere un gentiluomo, con la "fortuna" e i "nobilissimi costumi" del Locatelli. Il Manfredi conclude la lettera dichiarando che anche lui si è sposato [con Ippolita Benigni Della Penna, musicista e dama della stessa signora del Manfredi, Dorotea di Lorena], ma non ha avuto figli [si intende da Ippolita; si consideri infatti che il Manfredi aveva una figlia di nome Verticordia, a cui scrive nella lettera con incipit: "L'altr'hieri hebbi la tua lettera, e mi fu cara, non tanto"]. [Si consideri che le lettere del Manfredi sono datate in modo fittizio, tali da poter essere disposte in modo consecutivo nel corso dell'anno 1591, e che i possibili riferimenti temporali ivi presenti potrebbero essere stati manipolati con accurata attenzione per far coincidere i tempi. In questa lettera, nello specifico, non ci sono elementi su cui poter ragionare circa una possibile datazione diversa da quella scritta dall'autore].
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=15709
Nomi
  • [Mittente] Manfredi, Muzio
  • [Destinatario] Locatelli, Lelio, cavaliere

Data indicizzazione: 11 giugno 2024