Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Manfredi, Muzio
Titolo
Lettera a Vincenzo Giusti
Data
Nansì [Nancy, Francia], 10 giugno 1591
Descrizione
Muzio Manfredi scrive a Vincenzo Giusti [notaio e letterato originario di Udine] dichiarando che seppur non l'abbia mai visto, lo conosce e lo stima per le sue opere e per quella stessa fortuna che accomuna entrambi in relazione [al giudizio] di Angelo Ingegneri [fu membro della stessa accademia del Manfredi: l'Accademia degli Innominati di Parma; conosciuto come "l'Innestato" o "il Negletto" (Lucia Denarosi, 'L'accademia degli Innominati di Parma: teorie letterarie e progetti di scrittura (1574-1608)', Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2003, p. 405)] sulle loro tragedie [le critiche dell'Ingegneri a cui il Manfredi si riferisce sono da collocarsi nella vicenda dell'inaugurazione del 1585 del Teatro Olimpico di Vicenza; per tale occasione alcuni scrutinatori, tra cui l'Ingegneri, furono incaricati di scegliere l'opera da rappresentare, tra le tragedie candidate: l' 'Alessio' del Giusti inedita, la 'Semiramis Tragedia' del Manfredi ('La Semiramis tragedia [...]', Bergamo, Ventura, 1593), e l' 'Eraclea' di Livio Pagello ('Heraclea: tragedia del conte Livio Pagello', a cura di Egle Grappiolo, Milano, Nuovi autori, 1988). Il giudizio dell'Ingegneri sull' 'Alessio' è leggibile nel manoscritto conservato alla Biblioteca Vaticana ms. Vat. Lat. 8745, 2r-11r (Stefano Mazzoni, 'L'Olimpico di Vicenza: un teatro e la sua perpetua memoria', Firenze, Le Lettere, 1998, p. 170 nota 67); nello stesso manoscritto da c. 12r a 28r si rintraccia il giudizio sull' 'Eraclea' del Pagello. Inoltre, sulla questione più nello specifico, si veda anche la lettera del Manfredi indirizzata direttamente all'Ingegneri con incipit: "Già quasi tre anni, trovandomi in Vicenza, mi capitarono alle mani"]. Così, lo invita a rispondere alle opposizioni dell'Ingegneri sull''Alessio', dal momento che Livio Pagello [membro dell'Accademia Olimpica di Vicenza; a questo il Manfredi scrive direttamente sulla questione nella lettera con incipit: "Poiché Vostra Signoria che sa molto, non ha mai voluto"] non vuole rispondere a quelle contro la sua 'Eraclea'. Inoltre, spiega che proprio per questo motivo ancora quando era a Vicenza [siamo certi che il Manfredi si trovò a Vicenza nel 1587 come aggregato dell'Accademia Olimpica; tuttavia, dalla lettera con incipit: "Delle lettere, che homai due anni sono, scrissi a Vostra Signoria", si apprende che egli vi si trovò congetturalmente anche nel 1589, così come dalla lettera: "Vegga Vostra Signoria se io fui disgratiato quei quattro mesi"] aveva scritto a Erasmo [di Valvasone (da Valvason)] inviandogli delle opposizioni da far avere al Giusti, così che quest'ultimo fosse convinto dal primo a rispondere all'Ingegneri; a Erasmo scrisse nuovamente quattro mesi prima [nella lettera con incipit: "Delle lettere, che homai due anni sono, scrissi a Vostra Signoria"], senza mai ricevere risposta. Infine, conclude ribadendo che è necessario che almeno uno fra loro risponda: se nemmeno il Giusti vorrà, sarà lui stesso a rispondere, seppur non sia sicuro di esserne in grado [la sua risposta si realizzò tramite un trattato di arte poetica; inedito perché "respinto nel 1603 a Venezia sulle soglie della pubblicazione" (Denarosi, op. cit., p. 260)]. [Si consideri che le lettere del Manfredi sono datate in modo fittizio, tali da poter essere disposte in modo consecutivo nel corso dell'anno 1591, e che i possibili riferimenti temporali ivi presenti potrebbero essere stati manipolati con accurata attenzione per far coincidere i tempi. In questa lettera, nello specifico, non ci sono elementi su cui poter ragionare circa una possibile datazione diversa da quella scritta dall'autore]. [Per completezza, si rimanda anche ad altre lettere, nelle quali il Manfredi parla delle critiche mosse contro la sua tragedia, e della risposta all'Ingegneri; a Girolamo Buso: "Essendo io ancora io Tortona, ma verso la mia partenza"; a Pietro Paolo Volpe: "Hoggi, finalmente, per compiacervi, ho messo mano a rispondere alle oppositioni"; a Maltesta Porta: "A tempo ho letto hora il Dialogo di Vostra Signoria"; a Giulio Poiani: "Se Vostra Signoria intenderà, quando che sia, che io rispondo", dalla quale si scopre che fu proprio questi a far conoscere al Manfredi le critiche dell'Ingegneri. A Belisario Bulgarini: Un'altra volta ho scritto di qua lungamente a Vostra Signoria"; a Marcantonio Martinengo: "Come che Vostra Signoria Illustrissima stimi assai, e forse troppo"].
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=15677
Nomi
  • [Mittente] Manfredi, Muzio
  • [Destinatario] Giusti, Vincenzo

Data indicizzazione: 11 giugno 2024