Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Manfredi, Muzio
Titolo
Lettera a cavaliere dell'abito di Santo Stefano Enea Vaini
Data
Nansì [Nancy, Francia], 31 maggio 1591
Descrizione
Muzio Manfredi scrive al cavaliere di Santo Stefano, Enea Vaini [consigliere e maggiordomo dei Granduchi di Toscana], affermando che da quando il reverendo don Girolamo Pallantieri [membro della stessa accademia del Manfredi: l'Accademia degli Innominati di Parma, conosciuto come "il Solingo" (Lucia Denarosi, 'L'accademia degli Innominati di Parma: teorie letterarie e progetti di scrittura (1574-1608)', Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2003, p. 406); Manfredi gli scrive direttamente nella lettera con incipit: "Tutte le vostre lettere smisurata consolatione mi recano; impercioché smisuratamente"] venne a trovarlo a Tortona [in Piemonte, dove Muzio visse presso la sua signora, la duchessa Dorotea di Lorena, dal 1589 fino alla partenza per Nancy in Francia del dicembre 1590] sono passati più di sei mesi [della questione dell'arrivo del Pallantieri a Tortona, il Manfredi parla anche nella lettera con incipit: "Doppo l'havere io molto disiderato di vedere la vostra traduttion di Lucano"; da questa si apprende che il Pallantieri giunse a Tortona poco prima che il Manfredi partisse per Nancy, quindi nel dicembre 1590]. In quell'occasione il Manfredi, al fine di risolvere i "dispiaceri con la corte di Bologna" del Pallantieri, ottenne per lui delle lettere della sua signora [Dorota di Lorena] destinate alla signora del Vaini, la granduchessa [consorte di Toscana Cristina di Lorena, nipote di Dorotea di Lorena], così che il Pallantieri non soffrisse ingiustamente a causa della cattiva informazione dei superiori o per eccessivo potere dei "persecutori". Inoltre, afferma di aver ottenuto un'altra lettera [probabilmente sempre da parte di Dorotea di Lorena] per lo stesso Vaini, seppur non ve ne fosse il bisogno, così che questi sollecitato da un'esortazione della duchessa desse aiuto al Pallantieri. Infine, conclude affermando che quest'ultimo gli aveva promesso di scrivergli, ma non avendo mai ricevuto sue notizie chiede al Vaini di dargliene lui qualcuna, sfruttando "la comodità" delle frequentazioni dei messi della corte [di Nancy] alla corte [di Firenze]: gli ricorda, infatti, che il Pallantieri è anziano, e "in Romagna quest'anno infiniti muoiono" [il Pallantieri morì proprio nel 1591]. [Il senso dell'affermazione è forse maggiormente comprensibile se si prende in esame la lettera indirizzata a Bartolomeo Roncaglia, con incipit: "Le novelle, che dello stato vostro mi havete date, mi hanno allegrato". In essa il Manfredi scrive di "calamità", di morte di "tanti amici cari", di "sterilità, mortalità, e gran terremoti", e alla luce di tali affermazioni e tenendo in considerazione che la lettera è inviata a Piacenza, si è individuato il fatto che nel 1591 un terremoto colpì la Romagna e anche alcune città della Lombardia, causando ingenti danni e uccidendo "più di duecento mila persone cominciando da Roma fin'a Piacenza" (Paolo Morigia, 'Sommario chronologico del R.P.F. Paolo Morigia milanese [...], Bergamo, Comino Ventura, 1592, p. 130)].
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=15667
Nomi
  • [Mittente] Manfredi, Muzio
  • [Destinatario] Vaini, Enea, cavaliere dell'abito di Santo Stefano

Data indicizzazione: 11 giugno 2024