Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Manfredi, Muzio
Titolo
Lettera a Antonio Cavallerino
Data
Nansì [Nancy, Francia], 25 maggio 1591
Descrizione
Muzio Manfredi scrive ad Antonio Cavallerino [drammaturgo] affermando di non essere dispiaciuto per una mancata promessa: infatti, sebbene questi non gli abbia mandato gli "scritti poetici" [non identificabili] offertigli a Ferrara [l'unico soggiorno del Manfredi a Ferrara di cui siamo al corrente è databile 1582-1583], l'aveva tuttavia già avvisato si trattasse di una promessa incerta. È però dispiaciuto a causa della scarsa memoria del Cavallerino: infatti, quando Alberto Parma [letterato modenese (Girolamo Tiraboschi, 'Biblioteca modenese o Notizie della vita e delle opere degli scrittori natii degli stati del serenessimo signor duca di Modena raccolte e ordinate dal cavaliere ab. Girolamo Tiraboschi [...]', 7 voll., Modena, Società Tipografica, 1783, IV, p. 58); a lui il Manfredi scrive nella lettera con incipit: "Quante promesse se ne porta il vento. Ov'è ch'habbiate mai fatto"] gli domandò tali scritti da parte del Manfredi, il Cavallerino rispose di non ricordarsi quali fossero e di non averglieli mai offerti. Quindi, il Manfredi afferma che, se il suo destinatario nel frattempo si fosse ricordato e avesse intenzione di mandarli, potrà dirsi felice, soprattutto ora che gli servirebbero per un suo "gran bisogno" [il riferimento è molto probabilmente a un trattato di arte poetica inedito perché "respinto nel 1603 a Venezia sulle soglie della pubblicazione" (Lucia Denarosi, 'L'accademia degli Innominati di Parma: teorie letterarie e progetti di scrittura (1574-1608)', Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2003 p. 260), composto dal Manfredi in risposta alle critiche di Angelo Ingegneri contro la sua 'Semiramis tragedia' (Muzio Manfredi, 'La Semiramis tragedia [...]', Bergamo, Ventura, 1593). Per maggiori informazioni sulla vicenda dell'Ingegneri, si rimanda a tutte le lettere che trattano di tale questione: ad Angelo Ingegneri: "Già quasi tre anni, trovandomi in Vicenza, mi capitarono alle mani"; a Livio Pagello: "Poiché Vostra Signoria che sa molto, non ha mai voluto"; a Vincenzo Giusti: "L'opere di Vostra Signoria e la medesima fortuna che ella"; a Erasmo di Valvasone: "Delle lettere, che homai due anni sono, scrissi a Vostra Signoria"; a Girolamo Buso: "Essendo io ancora io Tortona, ma verso la mia partenza"; a Pietro Paolo Volpe: "Hoggi, finalmente, per compiacervi, ho messo mano a rispondere alle oppositioni"; a Malatesta Porta: "A tempo ho letto hora il Dialogo di Vostra Signoria"; a Belisario Bulgarini: "Un'altra volta ho scritto di qua lungamente a Vostra Signoria"; a Marcantonio Martinengo: "Come che Vostra Signoria Illustrissima stimi assai, e forse troppo"]; inoltre, se alle sue quattro tragedie stampate anni prima [Antonio Cavallerino, 'Il conte di Modona. Tragedia', Modena, Paolo Gadaldino, 1582; 'Rosimonda regina tragedia d'Antonio Cavallerino', Modena, Paolo Galdaldino, 1582; 'Telefonte. Tragedia', Modena, Paolo Galdaldino, 1582; 'Ino tragedia d'Antonio Cauallerino', Modena, Paolo Galdaldino, 1583], negli ultimi dieci anni ne avesse pubblicate altre fra quelle venti che aveva composto, gli farebbe un gran piacere se gliele inviasse, soprattutto nel caso in cui avesse stampato "quella del caso di Meleagro" [non identificabile], che il Cavallerino aveva annunciato come "l'idea della tragedia toscana". [Si consideri che le lettere del Manfredi sono datate in modo fittizio, tali da poter essere disposte in modo consecutivo nel corso dell'anno 1591, e che i possibili riferimenti temporali ivi presenti potrebbero essere stati manipolati con accurata attenzione per far coincidere i tempi. In questa lettera, nello specifico, non ci sono elementi su cui poter ragionare circa una possibile datazione diversa da quella scritta dall'autore].
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=15661
Nomi
  • [Mittente] Manfredi, Muzio
  • [Destinatario] Cavallerino, Antonio

Data indicizzazione: 11 giugno 2024