Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Manfredi, Muzio
Titolo
Lettera a Giacomo Quaresima
Data
Nansì [Nancy, Francia], 5 gennaio 1591
Descrizione
Muzio Manfredi scrive a Giacomo Quaresima [non si trovano ulteriori informazioni sul personaggio] affermando che gli sembra di essere [a Nancy in Francia, dove soggiornò dal dicembre 1590 dopo il trasferimento della sua signora, la duchessa Dorotea di Lorena] da quindici giorni, seppur in realtà siano passati molti meno giorni dal suo arrivo. La sua sensazione conferma quanto gli era già stato precedentemente detto dal Quaresima in occasione di un incontro a Ivrea [in Piemonte]: il Manfredi ricorda che alla sua lamentela di aver dovuto soggiornare un anno e mezzo a Tortona [in Piemonte; Manfredi visse a Tortona presso la sua signora Dorotea di Lorena dal 1589 fino alla partenza per Nancy, in Francia], Giacomo Quaresima ridendo aveva risposto che avrebbe voluto vederlo a Nansì [Nancy] [in senso ironico, suggerendo che Tortona per quanto poco apprezzabile è comunque meglio di Nancy]. In seguito, Manfredi afferma che dopo aver scritto questa prima parte della lettera, si era trovato davanti N. [personaggio non nominato, quindi non identificabile], che con i suoi occhi spaventati e ansimando gli aveva comunicato in una lingua tra l'italiano e il francese: "Sinor Musiò, madama di che fet de' politin da vittura da cavarvi apprè sena" [congetturalmente: "Signor Muzio, madama dice di fare dei bollettini dalla ventura da cavare dopo cena"; da queste affermazioni si può dedurre che N. sia un uomo al servizio alla corte di Nancy]; così, il Manfredi scrive al Quaresima che inizialmente non aveva capito cosa N. avesse voluto intendere con "politin da vittura da cavarvi", ma dopo averci ragionato si era ricordato che quella era la sera in cui "le bestie parlano" [tradizionalmente, nella notte dell'Epifania si pensava che gli animali potessero parlare (G. Sommi-Picenardi, 'L'epifania nel cremonese', «Rivista delle tradizioni popolari italiane», II, 1894, pp. 126-128)]: quindi, [Dorotea di Lorena] vuole dei "bollettini dalla ventura" [tradizionalmente, nella notte dell'Epifania si "cavava la ventura", con il probabile significato di "estrarre a sorte", congetturalmente in riferimento ad una qualche usanza popolare di cui non si conoscono gli usi specifici ('L'epifania nel cremonese', pp. 126-128)] Manfredi conclude la lettera scrivendo che si appresterà a farli. [Si consideri che le lettere del Manfredi sono datate in modo fittizio, tali da poter essere disposte in modo consecutivo nel corso dell'anno 1591, e che i possibili riferimenti temporali ivi presenti potrebbero essere stati manipolati con accurata attenzione per far coincidere i tempi. In questa lettera, nello specifico, non ci sono elementi su cui poter ragionare circa una possibile datazione diversa da quella scritta dal Manfredi: anzi, dato il fatto che egli scrive sulle usanze nella notte dell'Epifania, sembra suggerirci che la datazione sia veritiera].
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=15521
Nomi
  • [Mittente] Manfredi, Muzio
  • [Destinatario] Quaresima, Giacomo

Data indicizzazione: 11 giugno 2024