Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Leti, Gregorio
Titolo
Lettera a [Emanuele] [Tesauro]
Data
[Ginevra], 1670
Descrizione
Gregorio Leti scrive a Emanuele Tesauro [Emanuele Filiberto Panealbo nell’indicazione della missiva, ma identificabile con Tesauro grazie al contesto e all’indice dei destinatari] per giustificarsi di non avere fornito prima notizie circa l’infermità di Bartolomeo Zavatta [stampatore torinese], poiché “non se ne poteva ricevere risposta, che fra dieci giorni per lo meno, credendo più a proposito il vedere un poco più chiaro”. [Leti scrive in risposta a una preoccupata lettera sulla saluta dello Zavatta non firmata né datata, ma attribuibile a Tesauro, riportata nella stessa raccolta, vedi l’opera citata nel campo Fonte, p. 337, lettera LXXXIX, incipit "Siamo qui in una commottione di spirito ben grande"]. Data la debolezza del signor Zavatta, Leti si appresta a raccontare dettagliatamente e di persona le circostanze di tale infermità. Zavatta, arrivato in paese [Ginevra], incontrò subito Leti a casa sua e gli consegnò una lettera di Tesauro, “con cui già erano tre anni che corrispondev[a] con lettere”. Non potendo ospitare il viaggiatore nella sua casa, a causa delle ostilità tra torinesi e ginevrini, inaspritasi in quegli anni, Leti racconta di aver condotto Zavatta “ad alloggiare nell’Hosteria della Croce verde”, poiché era “amicissimo” con l’oste. Ma la mattina della domenica di quella settimana, Leti trovò Zavatta a letto nella sua camera che si sentiva una “febre […] grande” e “tutto il Corpo rotto, et in pezzi”; visitato dal medico Alessandro Diodati, venne prognosticata una febbre “lunga vel mortalis”, per la qual cosa Leti assegnò alla sorveglianza dell’infermo una certa donna Caterina Merlin, di lingua italiana. Tre giorni dopo, “il male si augumentò di molto, non ostante se gli era stato tirato del sangue due volte”, così Leti decise di affidarsi al celebre medico ginevrino [Théophile] Bonet e di affiancare a donna Merlin sua moglie per l’assistenza dell’infermo. Leti interrompe in questo punto la sua narrazione, scrivendo che “la posta parte, onde bisogna rimettere il resto all’ordinario seguente”. [La continuazione dell’episodio si legge nella lettera posta subito dopo nella stampa citata, pp. 342-345, lettera XCI, incipit "Continuo come ho promesso. Li cinque il male si agumentò molto". Non si conoscono manoscritti della lettera, quindi non è da escludersi che ci si trovi di fronte a un falso del Leti].
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=13384
Nomi
  • [Mittente] Leti, Gregorio
  • [Destinatario] [Tesauro], [Emanuele]

Data indicizzazione: 11 giugno 2024