Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Tesauro, Emanuele
Titolo
Lettera a [Domenico] [Coardo]
Data
Ivrea, 24 febbraio 1641
Descrizione
Emanuele Tesauro scrive [a Domenico Coardo o Coardi, “originario d’Asti, […] paggio del principe Tommaso” di Savoia, come informa Gaudenzio Claretta, ‘Storia della reggenza di Cristina di Francia duchessa di Savoia, con annotazioni e documenti inediti’, parte seconda, Torino, Stabilimento Civelli, 1869, p. 595, che era al seguito della principessa Maria di Borbone Soissons, moglie del principe Tommaso] per ringraziare di essere stato informato “di qualche ombre passate nell’animo del signor conte Boetto” [probabilmente Gabriele Francesco Boetto, che aveva sposato la sorella minore di Tesauro, Dorotea; l’istituzione della dote matrimoniale risale al 1615, come documenta Igor Ferraro, ‘Alessandro Tesauro (1558-1621): uomo di corte, poeta ed architetto presso il duca Carlo Emanuele I di Savoia’, Cuneo, Nerosubianco, 2016, p. 30]: ha potuto così trattenere la lettera che stava per spedire a detto conte, scritta perché prima dell’avviso era all’oscuro di tutto. Non segue infatti le vicende della corte né della propria famiglia, perché è tutto preso “a scrivere alcuna cosa di ciò che occorre nelle campagne di Sua Altezza mio signore [Tommaso di Savoia], per tenere viva la memoria” [si tratta dei ‘Campeggiamenti del Piemonte […]. Volume secondo, il qual contiene La rivoluzione della fortuna per l’assedio di Casale, et Torino assediato e non soccorso. L’anno 1640’, che verrà stampato, senza indicazioni di luogo, editore e data, probabilmente nel 1642, oppure del ‘Volume terzo, il qual contiene gli assedii d’Ivrea, Ceva, e Cuneo, et le loro diversioni, l’anno 1641’, che segue la stessa sorte editoriale; cfr. la lettera del 9/2/1642 a Giambattista Buschetti, incipit "Due giorni fa mi fu consegnata dal signor don Silvio", pubblicata da Maria Luisa Doglio in Emanuele Tesauro, ‘Scritti’, a cura della medesima, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2004, pp. 133-135], come può attestare anche il conte [di Casalborgone] [Baldassarre] Messerati. Dichiara poi di non aver mai preteso alcun compenso per il suo servizio presso Sua Altezza, benché sia stato risarcito dal principe di “400 livree” per essere stato “bandito” da casa [a Torino o a Fossano], dove la “contessa [sua] cognata [Girolama Canalis di Cumiana, vedova di Filiberto Tesauro, fratello primogenito di Emanuele], restata tutrice di un pupillo [Alessandro II, erede universale dei Tesauro dal 1637, anno della morte del padre, ma non ancora maggiorenne; cfr. la monografia di Ferraro citata, p. 29], prende occasion di godersi il [suo patrimonio]”. Vive ora al seguito di Sua Altezza “in solitaria vita”, e attende con ansia il ritorno della principessa, da lui “principalmente […] sospirata”. Chiede infine di intercedere [presso la principessa Maria] per ottenere clemenza per “il conte [Boetto] [suo] cognato”, perché “se ha errato in alcuna cosa, sarà stato per desiderio di meglio servire, e per tal fine ha lasciata la casa e la moglie in malissimo stato”; si consideri anche che i negoziati in cui è stato implicato sono pericolosi, per certi “ministri” che, nell’esperienza di Tesauro, “lasciano i negozianti molto intricati”. Spera quindi che i sospetti verso il cognato non abbiano intaccato l’affetto della “serenissima padrona” [Maria] nei suoi confronti. Informa, in chiusura, che allega “la relazione della corsa fatta da Sua Altezza in questi scogli” [la campagna di Tommaso di Savoia in Piemonte, che si era fermata a Ivrea dal settembre 1640] e che si sta preparando la ripresa della campagna militare, “perché i francesi travagliano attorno Moncalvo”.
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=13166
Nomi
  • [Mittente] Tesauro, Emanuele
  • [Destinatario] [Coardo], [Domenico]

Data indicizzazione: 11 giugno 2024