Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Mascardi, Agostino
Titolo
Lettera a conte Camillo Molza
Data
Parma, 10 gennaio 1617
Descrizione
Da come gli ha risposto il Conte, capisce che due delle sue lettere non sono ancora state ricevute. In queste due lettere raccontava di aver avuto la risposta dallo stampatore Giuliano Cassiani per quanto riguarda la stampa [dell'orazione funebre per la morte di Francesco Gonzaga 'Delle lodi dell'illustriss. & eccellentiss. sig. D. Francesco Gonzaga principe d'Imperio, e di Castiglione, &c. Oratione del p. Agostino Mascardi della Compagnia di Giesù. Recitata da lui nell'esequie celebrate in Castiglione del mese di novembre 1616', Modena, 1617; cfr. lettera del 11-11-1616 "Subito giunto a Parma, senza fermarmi punto partii"] e il prezzo del lavoro. A proposito di ciò nella lettera chiedeva al Conte di intercedere per lui. Inoltre raccontava di aver mandato al Padre lettore di retorica [non identificato] l'incisione in rame per l'antiporta dell'orazione. Visto che la posta ordinaria di solito non perde le lettere, queste arriveranno presto, quindi non dice altro del loro contenuto al Conte. I servitori del Principino di Castiglione [Luigi Gonzaga, figlio di Francesco Gonzaga e Bibiana Von Pernstein, divenne principe di Castiglione e marchese di Medole alla morte del padre, quando aveva solo 6 anni] non hanno intenzione di pagare la stampa, poiché Mascardi non ha voluto far loro leggere l'orazione in anticipo, per non sottoporsi a censura da parte di servitori. Chiede perciò al Conte di dire per suo conto a Giuliano Cassiani di mettersi al lavoro quanto prima, e di lasciare lo spazio per l'indicazione "a spesa di Giuliano Cassiani"; e si adopererà per trovare i sei ducatoni che servono. Se i servitori del Principe non cambieranno idea dovrà chiedere a prestito i soldi per pagare l'orazione, come aveva fatto con i soldi per andare e tornare da Castiglione per incontrarli. Insomma, ancora una volta si ritrova a pagare di tasca sua: la colpa è sua, poiché, nonostante l'esperienza già avuta, si è fidato. Invece avrebbe dovuto rifiutare l'invito e lasciare che trovassero un altro 'beccamorto'. Inoltre è stanco di dover chiedere agli amici, invece di essere libero di servirli. Spera che il Cassiani si sbrighi, in modo da evitare che i servitori del Principe scrivano al Provinciale per lamentarsi, e che poi sia costretto a dar loro l'orazione non ancora a stampa. Ribadisce la richiesta di lasciare spazio nel frontespizio per l'indicazione. Comunica di essere molto obbligato al Signor Dottore N. [non identificato, forse il revisore] e chiede al Conte di ringraziarlo da parte sua baciandogli le mani e assicurandogli che gli renderà il favore in qualsiasi momento. Non allega alla lettera lo scritto 'Filosofo cristiano' ['Caroli Scribani e Societate Iesu Philosophus christianus', Anversa, 1614; cfr. lettera 27-12-1616 "Stavo in qualche gelosia della sua buona grazia"] poiché l'ha prestato ad uno scolaro di Lucca. Dice che lo recupererà quanto prima e poi lo invierà al Conte Molza. Gli avrebbe mandato anche il 'Legato' di Paschalio ['Legatus opus Caroli Paschalij regij Consiliarij, et in Normaniae Senatu aduocati generalis distinctum in capita septem et septuaginta. Accessit Graecarum dictionum interpretatio, et index, quod satis est, locuples', Rouen, 1598, cfr. lettera 11-11-1616 "Subito giunto a Parma, senza fermarmi punto partii"] se il Conte avesse detto di volerlo leggere. Ha mandato qualcuno a Milano a prendere un'altra opera di Padre Carlo Scribani: 'Antuerpia' ['Caroli Scribani e Societate Iesu Antuerpia', Anversa, 1610]. Questa gli era stata raccomandata da Padre Ghelfucci [Capoleone Guelfucci, 1541-1600]. Non appena sarà arrivata lo comunicherà al Conte e gliela manderà. Inoltre restituirà al Conte le altre scritture che gli ha prestato e gli ricorda che se troverà altri scritti di valore potrà condividerli con lui. Per quanto riguarda il futuro, chiede al Conte di rispondere inserendo la lettera in una "coperta" indirizzata al nobile genovese N.N. [non nominato] che gliela recapiterà subito: non vuole infatti che i padri [gesuiti] sappiano che lui si lamenta dei funzionari del Principino di Castiglione e vuole altresì evitare che essi gli scrivano, poiché gli pare una bassezza dover parlare di denaro dopo aver servito con tanta prontezza. Padre [Giacomo] Alberici porta Modena "scolpita nel cuore" [poiché a Modena, nel 1607, fu acclamato generale della sua congregazione di Sant'Agostino] ed è come tutti affascinato dagli Este e dal Molza stesso loro servitore.
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=12367
Nomi
  • [Mittente] Mascardi, Agostino
  • [Destinatario] Molza, Camillo, conte

Data indicizzazione: 11 giugno 2024