La mia tesi esamina gli scritti politici e storiografici dell'ex segretario della repubblica fiorentina, concentrandosi in particolare sulla rappresentazione discorsiva e sulla (ri)immaginazione della sacra imperialità nella prima età moderna.
In considerazione degli sviluppi politici dell'Italia della prima età moderna, legati a concezioni del tempo particolari e parzialmente sovrapposte, il mio progetto di ricerca interdisciplinare è incentrato sulla rappresentazione di diverse concezioni dell'imperialità determinate dalla teoria della traduzione imperii, una presunta formula di significato storico-mondano.
Esplorando il modo in cui le trasformazioni machiavelliane della translatio imperii come modello per il trasferimento del potere geopolitico elaborano e orchestrano l'imperialità sacra, indago il ruolo del Papa come principe ecclesiastico e come possibile lettore dei testi di Machiavelli. A tal fine, la translatio e le sue forme e strategie narrative intrinseche devono essere illuminate non solo all'interno della storiografia stessa, ma anche come un processo che potenzialmente trascende il testo letterario e si evolve attraverso tempi, persone e contesti. Nel tentativo di discutere i Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, Il Principe e le Istorie fiorentine come storia fondativa di una nuova Roma (papale), la tesi traccia le funzioni di un imperatore ecclesiastico sullo sfondo di un'Italia politicamente frammentata, sostenendo che il Papa è l'immagine di un salvatore nel pensiero politico di Machiavelli.
Il progetto contribuisce allo studio di Machiavelli e degli imperi, analizzando le dinamiche dell'interpretazione del potere politico nel corso del tempo e mettendo in evidenza le strutture ecclesiastiche e sacre del governo, nonché il loro adattamento al mutevole quadro storico e alle diverse concezioni dell'imperialismo papale.