Scheda risorsa
Sito web
Archilet
Tipo risorsa
Lettera
Autore
Baiacca, Giovan Battista
Titolo
Lettera a Gaspare Bonifacio
Data
Roma, 11 settembre 1625
Descrizione
Baiacca scrive a Gaspare Bonifacio un resoconto di quanto avvenne nel giorno in cui si svolse la pompa funebre in onore del Marino, presso la sede dell'Accademia degli Umoristi, ossia nel palazzo romano del cavalier Paolo Mancini. A tal proposito Baiacca ricorda che, come attestato anche da uno dei fondatori, Enrico (Arrigo) Falconio, ormai sono trascorsi venticinque anni dalla fondazione dell'Accademia, e che nel presente, suo principe è don Carlo Colonna. Il giorno delle solenni esequie del Marino, il 7 settembre 1625, il Baiacca racconta che le pareti della sala dell'Accademia erano tutte tappezzate di panneggi viola; di fronte all'ingresso, al centro, si presentava al visitatore un elogio in latino; a destra stava un ritratto ad opera di Francesco Crescenzio [Crescenzi], fratello del cardinale [Pietro Paolo Crescenzi], mentre a sinistra un ritratto del Guarino [Battista Guarini], il quale fu anch'egli principe dell'Accademia. Agli angoli della stessa parete stavano due quadri e alla parete opposta altri quattro, tutti con una cornice di ramoscelli di cipresso intrecciati, e tutti dipinti in "chiaro scuro"; essi rappresentavano sei virtù: la Vigilanza, l'Invenzione, la Poesia, la Fama, l'Onore e la Retorica. Autori di questi quadri erano Giovan Battista Vallesio [Giovanni Luigi Valesio], il Baglioni [Giovanni Baglione], il cavalier d'Arpino [Giuseppe Cesari], il cavalier Pomarancia [Cristoforo Roncalli] e [Giovanni] Lanfranco. Da una parte poi era possibile vedere l'insegna dell'Accademia che, sottoforma di allegoria, raffigurava il mare e una nube versante acqua, e il motto: "Redit agmine dulci"; dall'altra parte altri due quadri, uno raffigurante san Gregorio Magno, l'altro una figura femminile simboleggiante l'Accademia. La sala era gremita di visitatori, fra i quali il Baiacca ricorda il principe cardinale Maurizio di Savoia, gli ambasciatori del re di Spagna il duca d'Alcalà [Fernando Afán de Ribera y Enríquez] e il duca di Pastrana [Ruy III Gómez de Silva y Mendoza], diversi prelati, vescovi, e i signori Querengo [Antonio Querenghi], [Giovanni] Ciampoli, [Giovan Battista] Lauro, [Vincenzo] Candido, [Agostino] Mascardi, Alessandro Tassoni, Ridolfo Boccalini, ed altri. Tutto l'apparato destava nei presenti viva commozione, e si ascoltò qualcuno recitare i versi: "Or piangi Roma, e tronca il lungo crine, / piangete logge... / da poi che quella rea, che 'l mondo sgombra, / fa di sì cari pregi empie rapine". Seguì l'orazione funebre del signor Girolamo Rocco, e subito dopo il signor Antonio Sforza da Monopoli fece un discorso in latino su: "Perché gli antichi ne' mortorii si tagliassero li capelli". Sullo stesso argomento doveva intervenire anche Girolamo Brivio, ma non vi fu tempo; ad ogni modo il Baiacca scrive di avere ricevuta una copia del discorso, e perciò volentieri la invia al Bonifacio affinché ne possa trarre gusto dalla sua lettura. Infine furono recitati sonetti, madrigali, epitaffi e altri componimenti dai signori Giuseppe Teodoli, Girolamo Brivio, Domenico Benigni, Pier Francesco Paoli segretario del principe [Bernardino] Savelli, Ferdinando Adorni, [Giovan] Stefano Marino, Giacomo Camola, Decio Mazzei, Giulio Cesare Valentino, Francesco Maia [Materdona], e qualcun altro che il Baiacca non rammenta. Il Baiacca conclude la lettera dicendo ch'egli ha fatto questa relazione, seppur non perfetta, affinché il Bonifacio, desideroso di conoscere lo svolgimento dei fatti, ne abbia piena soddisfazione. I contenuti della lettera vengono pure narrati nella 'Pompa funerale fatta dall'Accademia degli Umoristi' di Flavio Fieschi (Freschi), 1626.
URL
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=488
Nomi
  • [Mittente] Baiacca, Giovan Battista
  • [Destinatario] Bonifacio, Gaspare

Data indicizzazione: 09 ottobre 2021